Dimostrato però che l'ordinamento delle centurie ebbe il solo scopo di accrescere l'attitudine della cittadinanza alla guerra, e quantunque non vi sia concetto più strano di quello che presentò la riforma di Servio Tullio come l'introduzione della timocrazia34 in Roma, conviene nondimeno confessare che l'onere della milizia esteso a tutti gli abitanti produsse gravi conseguenze anche rispetto alla loro posizione politica.
Chi è obbligato a diventare soldato deve poter diventare anche ufficiale, finchè gli ordini della milizia e dello stato non sono corrotti: nè può dubitarsi che, dopo la riforma serviana, anche i plebei potessero nell'esercito romano essere nominati centurioni e tribuni di guerra; e per questa via essi potevano giungere persino al senato, alla qual cosa, giusto quello che sopra dicemmo, anche l'originaria costituzione non poneva alcun giuridico impedimento; e con tutto ciò essi, come è ben naturale, non venivano ancora annoverati tra i cittadini35. E benchè coll'istituzione delle centurie non si volessero menomare i diritti politici degli originari cittadini rappresentati nelle curie, non poteva però impedirsi che quei diritti esercitati fino allora dai cittadini stessi, non come membri delle curie ma come raccolti sotto le armi, passassero alle nuove centurie miste di antichi cittadini e di semplici domiciliati. Ond'è che le centurie sono d'ora innanzi chiamate a convalidare i testamenti dei soldati prima della battaglia e sono interpellate dal re per il loro assenso prima di cominciare una guerra aggressiva.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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Servio Tullio Roma
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