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      Non si saprebbe dire come sia sorta la numerica proporzione dei patrizi e dei plebei nell'esercito, nè se ne può giudicare dalla cavalleria, poichè era indubbiamente stabilito che nelle prime sei centurie non poteva essere ammesso alcun plebeo, ma non già che nelle dodici centurie successive non dovesse servire alcun patrizio. In generale è però evidente che le istituzioni di Servio non sono sorte dalla lotta delle classi della popolazione, ma che esse portano, come la costituzione di Licurgo, di Solone e di Zaleuco, l'impronta d'un legislatore che ha riformato le precedenti istituzioni; e che essa venne alla luce sotto l'influenza greca. Alcune isolate analogie potrebbero indurre in errore, come ad esempio la coincidenza già notata dagli antichi, che anche in Corinto le vedove e gli orfani erano tenuti a somministrare i cavalli per i cavalieri; ma l'armatura e lo schieramento dei soldati, presi a prestito dal greco sistema degli opliti, non sono certamente semplici coincidenze, e non è un puro effetto del caso che la parola più importante in questa costituzione riformata (classis) sia ricavata dal greco. Se consideriamo che appunto nel secondo secolo della città, gli stati greci della bassa Italia passarono dalla elementare costituzione di famiglie consociate ad una costituzione più artificiale, che stabilì il fondamento dello stato nella classe dei possidenti, riconosceremo facilmente in questa circostanza la spinta che costrinse Roma alla riforma di Servio, riforma ispirata essenzialmente dal medesimo concetto fondamentale dal quale non devia, se non in grazia della forma strettamente monarchica dello stato romano37.


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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 327

   





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