Ben è vero che ciascun comune conservava le forme speciali della propria legislazione, perchè fino alla guerra sociale il diritto latino non era necessariamente identico a quello romano; e noi troviamo, ad esempio, conservata nel jus particolare dei Latini la querela per gli sponsali abolita a Roma da lungo tempo. Senonchè lo sviluppo semplice e puramente popolare del diritto latino e lo sforzo di conservare possibilmente l'uguaglianza dei principî giuridici, fecero sì che il diritto privato fosse, nella forma e nella sostanza, essenzialmente lo stesso per tutto il Lazio. Questa uguaglianza di diritto si manifesta evidente nelle disposizioni riguardanti la perdita e la rivendicazione della libertà dei privati cittadini. Per una veneranda massima della giurisprudenza latina nessun cittadino poteva divenire servo in quella comunità nella quale era stato libero, o perdere, entro i confini di essa, i suoi diritti di cittadino, quindi, se in forza di una pena inflittagli, doveva perdere la sua libertà, o, ciò che valeva lo stesso, la sua cittadinanza, era costretto ad uscire dal comune per entrare in servitù presso gli stranieri. E tale principio si estendeva a tutto il territorio della confederazione; nessun membro d'uno degli stati confederati poteva vivere come servo entro i confini di tutta la confederazione. Ne abbiamo una prova nella prescrizione del secondo trattato stipulato tra Roma e Cartagine, nel quale è sancito che il confederato romano fatto prigioniero dai Cartaginesi, debba essere messo in libertà appena giunge in un porto di mare romano.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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