Un'altra prova ce l'offre la legge delle dodici tavole, secondo la quale il debitore insolvibile, quando il creditore lo voglia vendere, deve essere venduto al di là del Tevere, vale a dire fuori del territorio della confederazione. Si è già accennato come verosimile, che l'uguaglianza dei confederati davanti alla legge comprendesse anche la comunanza dei matrimoni, e che ogni cittadino d'un comune latino potesse contrarre matrimonio legittimo con qualsiasi cittadina di qualsiasi comune della lega. Naturalmente ogni Latino poteva esercitare i diritti politici soltanto dove egli aveva la cittadinanza; mentre il principio della uguaglianza del diritto privato concedeva ad ogni latino di stabilirsi in qualsiasi luogo latino, o per parlare secondo il linguaggio moderno, parallelo ai diritti politici di ciascun comune esisteva un diritto universale federale di domicilio.
Non si stenterà a comprendere come tutto ciò riuscisse sostanzialmente a particolare vantaggio della capitale, la quale sola poteva offrire a tutto il Lazio comodità di commercio, d'industrie, di piaceri urbani, e come perciò il numero degli abitanti dovesse aumentare in Roma in modo straordinario dopo che il paese latino cominciò a vivere in perpetua pace con Roma.
Nella costituzione e nell'amministrazione non solo rimase indipendente e sovrano ciascun comune in tutto quello che non riguardava i vincoli federali ma, ciò che più conta rilevare, la federazione dei trenta comuni già legati con Alba, conservò di fronte a Roma una propria e distinta autonomia confederativa.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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