E certo fu per interesse e volontà della federazione latina che i Romani, nel trattato col Lazio, si obbligarono di non fare alcuna convenzione separata con nessun comune latino, ciò che prova indubitabilmente quanto timore i federati avessero dell'egemonia.
La singolare situazione di Roma non già accolta nella federazione latina, ma collegata con essa, e perciò la formale equiparazione della città romana alla lega latina, ci si rivela in modo ancora più chiaro negli affari guerreschi. L'esercito federale componevasi, come lo prova in modo incontestabile il sistema della leva adottato più tardi, di due eserciti di egual forza, uno romano e l'altro latino. Il comando supremo doveva alternarsi fra Roma e il Lazio; e solo negli anni in cui toccava a Roma di dare il comandante alle truppe federali, i Latini venivano sino alle porte della città, e sulla soglia acclamavano loro comandante il designato, dopochè i Romani, deputati a ciò dal consiglio federale latino, si erano assicurati, coll'assicurazione del volo degli uccelli, che la scelta aveva incontrato la soddisfazione degli dei. Nella stessa maniera si dividevano, dietro valutazione dei romani, in parti uguali tra Roma e il Lazio le terre conquistate e il bottino fatto nelle guerre federali. Ma non è accertato che la federazione sia stata rappresentata all'estero soltanto da Roma. Secondo il ius pubblico romano non è in contraddizione col concetto della «parità federativa» il diritto di ogni singolo stato di stipulare un trattato separato con uno stato straniero, e il porre esclusivamente nelle mani di uno degli stati confederati l'indirizzo della guerra, della pace e delle trattative; ma la lega latina non giungeva proprio sino a tal punto in vantaggio di Roma.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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