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      Così si mescolarono variamente, o almeno si accostarono, intorno a Roma, le stirpi; il che ci spiega come i Volsci ebbero tante e sì intime relazioni coi Latini, e perchè la regione ch'essi abitavano, potè in seguito così prontamente e completamente latinizzarsi.
      2 Sanniti. Il ramo principale della stirpe umbra, però, si portò dalla Sabina più verso oriente, e nel nodo degli Appennini abruzzesi e nelle colline che a mezzodì si inseriscono a quell'aspro labirinto alpestre. Anche qui, come nella zona occidentale, essi occuparono le regioni montuose, le cui rade popolazioni cedettero o si sottomisero agli immigranti, mentre invece nella pianura litoranea della Puglia, l'antica popolazione indigena degli Japigi riuscì quasi dappertutto a resistere, benchè fosse continuamente in guerra, particolarmente verso il settentrione, per il possesso di Lucera e d'Arpi. È facile comprendere che non si può determinare con precisione il tempo in cui avvennero queste migrazioni; ma esse si verificarono probabilmente verso l'epoca in cui Roma era governata dai re.
      La tradizione narra come i Sabini, incalzati degli Umbri, votassero una primavera sacra, vale a dire giurassero di mandar fuori, per fondare in paesi stranieri nuove sedi agli dei nazionali, tutti i figli e le figlie che fossero nati nell'anno di guerra, appena essi fossero pervenuti in età per questo voluta. Uno dei questi sciami votivi fu condotto dal toro di Marte e diede origine ai Sabini o Sanniti che prima presero stanza sui monti lungo il fiume Sangro, e di là partendo occuparono in seguito il bel piano a levante del monte Matese alla sorgente del Tiferno, e nell'antico e nel nuovo territorio, dal toro che li capitanò, chiamarono Boviano i luoghi delle loro adunanze e dei loro magistrati, posti nel territorio antico presso Agnone, nel nuovo presso Boiano.


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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 327

   





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