Così cela o clau col caso clensi figlio; se figlia; ril anno; il dio Hermes Turms; Aphrodite Turan; Hephaestos Sethlans; Bakchos Fufluns.
Accanto a queste forme e a questi suoni eterogenei si trovano certamente isolate analogie tra la lingua etrusca e le lingue italiche; i nomi propri sono in sostanza formati secondo lo schema universale italico. La desinenza gentilizia, enas o ena52 tanto frequente, si riscontra anche nei nomi italici di famiglia e particolarmente nei nomi sabellici colle frequenti desinenze in enus, come i nomi etruschi Vivenna e Spurinna corrispondono esattamente ai romani Vibius o Vibienus e Spurius.
Parecchi nomi di divinità, che figurano sui monumenti etruschi o che sono menzionati dagli scrittori come etruschi, per la loro origine e in parte anche per la desinenza, hanno una cert'aria tanto latina, che quando essi fossero veramente d'origine etrusca converrebbe di necessità concludere che le due lingue abbiano avuto una stretta affinità: così Usil (sole e aurora affine con ausum, aurum, aurora, sol), Minerva (menervare), Lasa (lascivus), Neptunus, Voltumna.
Non essendo però inverosimile che la lingua etrusca abbia tolto questi nomi dalla latina, non si può ragionevolmente mettere in dubbio il risultato, a cui conducono tutti gli altri indizi, cioè che la lingua tosca è tanto lontana da tutti gli idiomi greco-italici quanto appunto ne sono lontani gli idiomi dei Celti e degli Slavi. Così troviamo che anche dagli antichi Romani si solea dire: «la lingua tosca e la gallica» essere lingue di barbari, «l'osca e la volsca» idiomi agresti.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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