DECIMO CAPITOLO
GLI ELLENI IN ITALIA – SIGNORIA SUI MARI DEGLI ETRUSCHI E DEI CARTAGINESI
1 L'Italia e i paesi stranieri. Nella storia dei popoli dell'antichità non si fa giorno ad un tratto, e anche in essa la luce viene dall'oriente. Così mentre tutta la penisola italica è ancora avvolta in una densa oscurità, i paesi intorno al bacino orientale del Mediterraneo appaiono già illuminati da una meridiana civiltà; e anche agli Italici, come a tutti gli altri popoli e forse più che agli altri, toccò in sorte di trovare, fin dai primi passi ch'essi mossero sulla via del progresso, la guida anzi la signorìa d'un popolo fratello, della loro stessa stirpe. Ma le condizioni geografiche escludono che tale popolo venisse per via di terra, e non v'è alcun indizio che ci permetta di supporre che una strada continentale servisse alle prime comunicazioni tra la Grecia e l'Italia.
È vero che fin da antichissimi tempi due strade commerciali conducevano in Italia da oltr'Alpe. La più antica, che si chiamava «la strada dell'ambra gialla» menava dai lidi del Baltico fino alle foci del Po, per cui la greca leggenda poneva nel delta eridaneo il paese dell'ambra. Da questa via si dipartiva l'altra, che attraverso l'Appennino calava sopra Pisa. È chiaro che da codeste plaghe non poteva venire agli italici alcun lume di civiltà. Tutti gli innesti di coltura straniera che nei primi tempi s'introdussero in Italia vennero dalle nazioni levantine che si erano date alla navigazione. In verità il più antico popolo civile che s'affacciasse al mare Mediterraneo, l'egizio, alieno dalle cose marittime, non ebbe sull'Italia alcuna diretta influenza; ma lo stesso non può dirsi dei Fenici.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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