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      Che questa considerazione guidasse prima d'ogni altra i coloni, lo prova ancora il luogo scelto poi sul continente, scosceso, ma forte e sicuro, per fabbricarvi la città, che ancora oggi porta il venerando nome dell'anatolica città madre. In nessun luogo d'Italia sono però impresse nei nomi de' luoghi tanto profondamente e durevolmente le credenze e le fantasie dell'Asia minore, quanto nel paese di Cuma, ove i primi navigatori levantini, pieni la mente dei racconti meravigliosi che si facevano sull'Esperia, mossero i primi passi nella regione delle favole, e lasciarono le tracce di quel mondo fantastico in cui si credevano giunti, nelle rupi delle Sirene, e nel lago d'Aorno (ora d'Averno) adducente nei regni sotterranei. Posto che i Greci vennero per la prima volta in contatto coi popoli italici a Cuma, si spiega come per molti secoli poi essi chiamassero Opici tutti gli Italici dal nome della tribù italica più vicina alla loro colonia. Vi è inoltre una tradizione degna di fede, la quale narra che tra il primo stabilirsi de' Greci a Cuma e il principio di quella grande corrente di migrazioni, che popolò di colonie greche l'Italia meridionale e la Sicilia, si frappose un lungo spazio di tempo, e che quando cominciò la migrazione ellenica gli Joni di Calcide e di Nasso si movessero prima d'ogni altro popolo, e che Nasso in Sicilia56 sia stata la più antica di tutte le città greche fondate in Italia e in Sicilia per fatto di vera colonizzazione, alla quale poi solo più tardi tennero dietro gli stabilimenti achei e dorici.


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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 327

   





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