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      Essi vivevano, come in generale le città calcidiche in Italia e in Sicilia, secondo le leggi dettate (verso l'anno 100 = 650) da Caronda di Catania, con una costituzione democratica, temperata però dall'elevato censo, che affidava il potere nelle mani di un consiglio di mille membri scelti fra i più ricchi – costituzione sperimentata, che valse a preservare queste città dalla tirannide del popolo.
      Poco sappiamo di questi Greci campani. O per forza o per volontà propria essi si restrinsero ancor più dei Tarentini entro i termini di un angusto territorio e non provocando gli indigeni con modi da conquistatori e oppressori, ma trattando e trafficando con essi pacificamente, si assicurarono una prospera esistenza e presero nello stesso tempo il primo posto fra i missionari della civiltà greca in Italia.
      7 Relazione del paese adriatico coi Greci. Se delle due coste dello stretto di Messina, tutta la costa meridionale ed occidentale sino al Vesuvio, e la costa sicula orientale erano in potere dei Greci, essenzialmente diverse erano le condizioni dei lidi occidentali a nord del Vesuvio e di tutto il litorale orientale d'Italia. In nessun punto del litorale italico dell'Adriatico abbiamo trovato traccia di colonie greche; per cui ci si spiega molto ragionevolmente lo scarso numero di colonie greche sull'opposta riva illirica e sulle tante isole che le servono quasi d'antemurale.
      Furono bensì fondate, ne' tempi in cui Roma si reggeva ancora a monarchia, due ragguardevoli città commerciali sulla parte di questa costa più prossima alla Grecia.


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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 327

   





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