Epidamnos (poscia Dyrrachion, Durazzo, nell'anno 127 = 587) e Apollonia (presso Aulona, verso il 167 = 627), ma procedendo più su verso settentrione, non vi è alcuna antica colonia greca, eccettuatane forse l'insignificante colonia di Corzola, verso il (174 = 580). Non si sa ancor bene perchè la colonizzazione greca si manifesti così meschina appunto da questo lato, ove la natura stessa sembrava guidare gli Elleni e dove da tempi antichissimi era organizzata di fatto una carovana mercantile che partiva da Corinto e più ancora dalla colonia stabilita a Corcira (Corfù) non molto tempo dopo la fondazione di Roma (verso il 44 = 710), le cui stazioni intermedie erano le città di Spina e Adria alla foce del Po. Le tempeste del mare Adriatico, la inospitalità delle coste liburniche, la rozzezza degli indigeni non bastano a spiegare questo fatto. Ma fu per l'Italia cosa di gran conseguenza che gli elementi di civiltà venutile dall'oriente non vi penetrassero primamente per la costiera orientale, ma invece giungessero a lei dai paesi occidentali. Persino nel traffico concorreva con Corinto e con Corcira, la più orientale città commerciale della Magna Grecia, Taranto la dorica, che, col possesso d'Hydrus (Otranto), signoreggiava dalla parte italica l'ingresso nel mare Adriatico. Siccome oltre i porti alla foce del Po, non esistevano in quel tempo, su tutta la spiaggia adriatica, ragguardevoli empori – giacchè Ancona fiorì lungo tempo più tardi, e più tardi ancora Brindisi (Brundusium) – è chiaro che i navigatori d'Epidamnos e d'Apollonia dovevano sbarcare sovente in Taranto le loro merci.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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