Altri indizi di queste antichissime corse ci offrono i nomi greci delle isole, come Aethalia (Iva, Elba), la quale con Aenaria (Ischia) appartiene ai luoghi che furono i primi occupati dai Greci, e forse anche il porto di Telamone nell'Etruria; inoltre sulla spiaggia di Cere i due luoghi Pyrgi (presso S. Severa) e Alsion (presso Palo), ove non solo i nomi provano incontestabilmente l'origine greca, ma lo prova anche l'architettura nazionale delle mura di Pyrgi sì essenzialmente diversa dalla ceritica ed in generale dall'etrusca. L'isola d'Elba (Aethalia) detta «l'isola del fuoco» colle sue ricche miniere di rame e particolarmente di ferro, deve aver avuto la pare principale in questo commercio, e la colonia straniera deve avere stabilito nella stessa il punto centrale del suo traffico cogli indigeni, tanto più che la fusione dei metalli non poteva farsi su quella piccola isola, povera di foreste, senza commercio colla terra ferma.
I Greci avevano forse conoscenza anche della miniera d'argento di Populonia, posta sul promontorio che fronteggia l'isola d'Elba. Se gli stranieri, seguendo gli usi di quei tempi, associavano ai traffici marittimi la pirateria, e quando l'occasione si presentava il saccheggio e la riduzione in schiavitù degli indigeni, questi alla loro volta usavano del diritto di rappresaglia; e che Latini e i Tirreni l'abbiano fatto con maggiore energia e con miglior fortuna che non i loro vicini dell'Italia meridionale, ne abbiamo la prova non solo nelle stesse leggende joniche, ma innanzi tutto nel successo che ebbero.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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