A cavallo dei due mari, essi possedevano il gran porto italico sul mare occidentale, sull'orientale la foce del Po e la Venezia di quel tempo, e dominavano la via di terra che dalle pių antiche etā conduceva da Pisa, sul Tirreno, a Spina sull'Adriatico, e nell'Italia meridionale tenevano gli ubertosi piani di Capua e di Nola. In loro mano erano le principali materie dell'esportazione italica, il ferro dell'Elba, il rame di Volterra e della Campania, l'argento di Populonia e persino l'ambra che ad essi giungeva dal Baltico. Sotto la protezione della loro pirateria, che diventava quasi un rozzo atto di navigazione, il loro commercio doveva necessariamente fiorire; nč deve recar meraviglia se a Sibari il mercante etrusco facesse concorrenza al milesio, nč se da quella combinazione di pirateria e di commercio all'ingrosso nascesse al lusso smisurato e insensato in cui la forza dell'Etruria andō prematuramente logorandosi.
11 Rivalitā tra Fenici ed Elleni. Se dunque gli Etruschi e, quantunque in minor grado i Latini resistevano in Italia agli Elleni e in parte si mostravano loro ostili, questo contrasto dovette in certo modo connettersi con quella rivalitā che dominava allora il commercio e la navigazione in tutto il mare Mediterraneo: la rivalitā cioč tra i Fenici e gli Elleni. Non č qui il luogo per narrare dettagliatamente come durante l'epoca dei re romani queste due grandi nazioni contendessero tra loro il primato sulle spiagge mediterranee e greche e della stessa Asia minore, a Creta e a Cipro, sui lidi africani, spagnuoli e celtici.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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