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      Noi impariamo a conoscere il mondo degli dei romani, quale si venne formando a Roma anteriormente ad ogni contatto con i Greci, dall'elenco delle ferie (feriae publicae) conservato nel calendario di Roma che rappresenta il più antico documento pervenuto fino a noi. Le divinità prevalenti sono Giove e Marte, insieme a Quirino, ombra di Marte. Tutti i giorni di plenilunio (idus) sono sacri a Giove, come pure tutte le feste della vendemmia ed altri giorni che più tardi elencheremo, e al suo antagonista, al Giove cattivo (Vediovis), è consacrato il 21 maggio (agonalia). Invece a Marte appartengono il capodanno (primo marzo) e in generale la grande festa guerriera che ricorre in questo mese col nome dello stesso dio e che iniziandosi con le corse equestri (equirria) il 27 febbraio, culminava nello stesso marzo nei giorni della fucinatura dello scudo (equirria o Mamuralia, 14 marzo), della danza delle armi nel tribunale (quinquatrus, 19 marzo), e della consacrazione delle trombe (tubilustrium, 23 marzo). Siccome con questa festa si iniziava ogni guerra, al ritorno della spedizione, in autunno, aveva luogo un'altra festa in onore di Marte, la consacrazione delle armi (armilustrium, 19 ottobre).
      A Quirino era consacrato il 17 febbraio (Quirinalia).
      Nelle altre feste, occupano il primo posto quelle relative all'agricoltura e alla viticoltura, mentre le feste pastorali non hanno che una secondaria importanza. Alle prime erano offerte vittime il giorno 15 a Tellus, dio della terra nutriente (Fordicidia: vittima una vacca gravida), e il 19 di marzo a Cerere, cioè alla dea delle cose germoglianti (Cerialia); e il 21 a Pales (Parilia) dea delle greggi fecondate; il 23 a Giove, protettore delle viti e delle botti che si inauguravano in quel giorno (Vinalia), il 25 al nemico delle messi, alla ruggine (Robigus; Robigalia). Così pure dopo compiuto il lavoro e dopo il raccolto felicemente portato al granaio, si celebrava in onore del dio e della dea del raccolto della messe, Conso (da condere) e Ops, una doppia festa; la prima immediatamente dopo la mietitura (21 agosto, Consualia; 25 agosto Opiconsiva), e poi alla metà dell'inverno, quando la ricchezza dei granai appare manifesta (15 dicembre, Consualia; 19 dicembre, Opalia), fra questi due ultimi giorni festivi, l'immaginoso senso degli antichi ordinò la festa della seminagione (Saturnalia da Saeturnus, 17 dicembre); nello stesso modo la festa del mosto e della salute (Meditrinalia, 11 ottobre) viene chiamata così perchè al mosto si attribuiva un potere salutare e veniva offerta a Giove come dio del vino, dopo ultimata la vendemmia, mentre non è chiara l'origine primitiva della terza festa del vino (Vinalia, 19 agosto).


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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 327

   





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