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      Alcune altre feste, come quelle consacrate a Furrina, 25 luglio, a Giove e ad Acca-Larentia, consacrate ai Lari italici, che sono forse una festa dei Lari (23 dicembre) sono sconosciute quanto al loro significato.
      Questa tabella che č completa per le feste pubbliche immobili, ci permette di penetrare con lo sguardo in un'epoca che sarebbe per noi altrimenti sconosciuta. Questo calendario festivo č posteriore certamente alla unione dei due comuni romani perchč oltre al dio Marte vi troviamo anche il dio Quirino, che era il Marte del comune del colle; ma non esisteva ancora il tempio capitolino, perchč non vi č fatta menzione nč di Giunone nč di Minerva; nč il santuario di Diana era ancora eretto sull'Aventino; nč si era preso dai Greci alcun concetto di civiltā.
      Il centro del culto divino, in quell'epoca, quando la razza abbandonata a se stessa abitava la penisola e quindi non solo romano, ma italico, era, secondo ogni indizio, il dio Maurs o Mars, Marte76, il dio che uccide, concepito specialmente come il protettore divino della cittadinanza, vincitore del nemico; il dio che brandisce la lancia e protegge le greggi. Naturalmente ogni comune possedeva il proprio Marte e lo considerava come il pių forte e il pių divino fra tutti, cosicchč ogni colonia emigrante per fondare una nuova cittā, partiva sotto la protezione del proprio Marte.
      Nel calendario romano privo di dei, come forse anche in quello latino e sabino il primo mese č santificato. Fra i nomi romani che perō non ricordano deitā, appaiono Marco, Mamerco, Mamurio, come quelli giā in uso in antichissimi tempi.


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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 327

   





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