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      3 Spiriti. Poco possiamo dire del mondo degli spiriti. Le anime separate dai loro corpi mortali, i «buoni» (manes) continuavano a vivere come ombre, legate al luogo ove giaceva la loro salma (dii inferi) e ricevevano dai superstiti bevande e cibo. Ma esse abitavano negli spazi della profondità, e nessun ponte metteva dal mondo sotterraneo agli uomini abitanti della terra, nè agli dei superiori. Interamente sconosciuto è ai Romani il culto degli eroi greci; e quanto sia di fresca data e male immaginata la leggenda intorno alla fondazione di Roma, lo prova abbastanza la trasformazione non romana del re Romolo nel dio Quirino. Numa, il più antico e verabile nome della leggenda romana, non fu mai adorato in Roma come dio, come lo fu Teseo in Atene.
      4 Sacerdoti. I più antichi collegi sacerdotali si riferiscono a Marte, specialmente il sacerdote del dio del comune, nominato a vita «l'accenditore di Marte» (Flamen Martialis) – nome derivato dalla sua carica di bruciare l'offerta nei sacrifici – e i dodici saltatori (Salii), i giovani che in marzo eseguivano la danza delle armi in onore di Marte e cantavano. La fusione del comune Collino col Palatino, portò come conseguenza un secondo sacerdote di Marte, come abbiamo detto altrove, il quale prese il nome di Flamen Quirinalis, e di un secondo gruppo di danzatori, i Salii Collini.
      A questi culti se ne aggiungevano anche degli altri in parte di origine più antica di Roma, e per i quali, o erano stabiliti sacerdoti speciali (ve ne erano per esempio, di Vulcano, del dio del porto e del fiume) o il loro servizio era affidato a singole confraternite o singole stirpi.


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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 327

   





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