Sullo stesso concetto č fondata la primavera sacra, per cui si offre agli dei ciō che una data epoca produce, siano uomini, siano animali. Se vogliamo definirli sacrifici umani, questo appartiene indubbiamente alla religione latina, ma si deve subito aggiungere che fin dove arriva il nostro sguardo, questi sacrifici si limitano ai colpevoli condannati dal tribunale civile o al generoso che offre volontariamente la sua vita. Sacrifici umani di altra natura si oppongono ai concetti fondamentali dell'azione espiatoria e dovunque appaiono, non sono che la conseguenza della barbarie o della degenerazione, nč mai essi trovano adito presso i Romani. Appena forse una volta, in tempi di estremo bisogno, la superstizione e la disperazione trovarono, in via eccezionale, la salvezza nell'orrore.
A raffrontarli cogli altri popoli, pochi e lievi indizi si trovano presso i Romani di credenze negli spiriti, di paura delle forze magiche e dei misteri. Anche gli oracoli e le profezie non hanno potuto mai metter radice in Italia come in Grecia, nč mai hanno potuto acquistare una seria influenza nella vita pubblica e privata. Ma perciō appunto la religione latina č caduta in un'incredibile povertā ed ariditā e si č prestissimo cristallizzata in cerimonie rituali minuziose ed insulse. La divinitā dell'Italico, come giā si disse, č prima di tutto uno strumento per raggiungere vantaggi e fini terreni. Questo sviamento delle intuizioni religiose, e questa direzione dello spirito italico verso il comprensibile ed il reale, non č meno chiaramente manifesto anche oggi nel culto dei santi dei moderni Italiani.
| |
Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
|
|
Romani Romani Italia Grecia Italico Italiani
|