E abbiamo già osservato come gli Etruschi, oltre questo commercio, trafficassero dopo lo sviluppo dell'alleanza marittima tra Cartagine e l'Etruria, preferibilmente coi Cartaginesi; è degno d'attenzione, che nelle più antiche tombe di Cere, oltre agli oggetti di bronzo e d'argento di fabbricazione indigena, si rinvennero in maggior copia merci orientali che potevano benissimo derivare da trafficanti greci, ma che furono più probabilmente introdotte da negozianti fenici. Non si saprebbe però accordare a questo commercio punico una soverchia importanza, e particolarmente lasciar passare inosservata la circostanza, che l'Etruria non va debitrice ai Fenici, bensì ai Greci tanto dell'alfabeto che di tutti gli stimoli e gli esempi della sua coltura.
Il commercio dei Latini prese un'altra direzione. Per quanto siano pochi gli elementi, che noi abbiamo per istituire paralleli intorno alla diversa influenza dei prodotti ellenici sugli etruschi e sui romani, essi ci bastano però a provare, che l'una influenza agì indipendentemente dall'altra, e ci permettono persino di indovinare che la stirpe greca che esercitò la sua influenza sugli Etruschi è diversa da quella che l'esercitò sui Latini. Ciò risulta in modo evidentissimo dall'alfabeto, il quale nell'Etruria è essenzialmente diverso da quello comunicato ai Latini; mentre l'uno è così primitivo da non potersene più trovare la patria, riscontriamo nell'altro esattamente i segni e le forme di cui si servivano le colonie calcidiche e doriche d'Italia e di Sicilia.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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