Il sistema dei pesi e delle monete della Sicilia fu perfino l'unico sistema greco, che fosse stato messo in una ferma proporzione col sistema italico del rame, calcolando tre mezze mine siciliane eguali a due libbre romane, e aggiungendo poi, secondo la proporzione convenzionale del valore del rame coll'argento di 125:1, più tardi di 250:1 una libbra d'argento, corrispondente al valore di una mezza mina di rame. Quindi non vi può esser dubbio, che i pani di rame italici circolassero anche in Sicilia invece di denaro, e ciò prova colla maggiore esattezza che il commercio dei Latini colla Sicilia era un commercio passivo, e che per conseguenza il denaro latino affluiva in Sicilia.
Si è già parlato di altre prove dell'antico commercio tra l'antica Sicilia e l'Italia, particolarmente dell'adozione delle denominazioni italiche dei prestiti commerciali, delle prigioni, dei piatti nel dialetto siciliano e viceversa. Ed altre, benchè meno sicure, traccie parlano anche dell'antico commercio dei Latini colle città calcidiche della bassa Italia, Cuma e Napoli, e coi Focesi in Elea e in Massalia. Ma che esso fosse molto meno intenso che con i Siculi lo prova il fatto notorio che tutte le parole greche pervenute negli antichi tempi nel Lazio, presero forme doriche e basterà ricordare classis, Aesculapius, Latona, Aperta, machina. Se il commercio colle città d'origine jonica, come Cuma, e colle colonie focesi fosse stato soltanto pari a quello dei Dori siculi, si scorgerebbero almeno alcune forme ioniche, quantunque non vi è dubbio che il dorismo sia penetrato di buon'ora anche in queste stesse colonie ioniche e che qui il dialetto abbia subìto molte variazioni.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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