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      A questa serie, che ritorna incessantemente, si unisce per l'anno bisestile un altro mese senza nome, mercedonius, mese dei lavoratori, che succedeva al mese di febbraio.
      Il calendario romano è originale tanto per riguardo ai nomi dei mesi, tratti, a quanto pare, dagli antichi nomi nazionali, quanto per la sua durata: per i quattro anni del ciclo greco ciascuno composto di sei mesi da trenta giorni e di sei da giorni ventinove, e d'un mese bisestile alternante ogni secondo anno in trenta e ventinove giorni (354+384+354+383 = 1475 giorni) furono posti nel calendario latino quattro anni, ciascuno composto di quattro mesi – il primo, il terzo, il quinto e l'ottavo – da giorni trentuno, da sette mesi di ventinove giorni, ed il mese di febbraio, che nei primi tre anni contava ventotto e nel quarto anno ventinove giorni, più un mese bisestile ogni secondo anno con giorni ventisette (355+383+355+382 = 1475 giorni). Questo calendario si scosta egualmente dall'originaria divisione del mese in quattro settimane ora da sette, ora da otto giorni; pose quindi una volta per sempre il primo quarto lunare nei mesi da giorni trentuno, nel settimo giorno, in quelli da giorni ventinove, nel quinto; nei primi il plenilunio nel giorno quindicesimo, nel tredicesimo in questi; così che la seconda e la quarta settimana del mese furono di otto giorni, la terza di nove; solo nel febbraio di giorni ventotto, erano di giorni otto, nel mese bisestile da giorni ventotto di giorni sette; la prima nel mese di trentun giorni era di giorni sei, le altre di giorni quattro.


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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 327