Tuttavia fra tutti i monumenti della lingua greca a noi noti, nessuno ci presenta l'uso simultaneo del sigma e del san.
L'alfabeto latino, come noi lo conosciamo, ha in generale un carattere più moderno; ma non è inverosimile che nel Lazio esso non sia stato introdotto ad un tratto e compiuto come in Etruria, ma che i Latini, in conseguenza dell'intenso loro traffico con i Greci vicini, si mantenessero lungamente a livello dell'alfabeto ivi usato, e lo seguissero in tutte le sue varianti. Così noi troviamo ad esempio, che ai Romani non erano ignote le forme più antiche ? e M P106, ma che nell'uso comune erano poi ad esse sostituite le più recenti M, R e Z; ciò che non potrebbe in altro modo spiegarsi se non con l'ipotesi, che i Latini si siano per lungo tempo serviti dell'alfabeto greco tanto per le loro annotazioni greche, quanto per quelle fatte nella loro propria lingua. Perciò dalle caratteristiche relativamente più moderne dell'alfabeto greco che troviamo in Roma e da quello più antico importato nell'Etruria, si può dedurre che in Etruria si scrisse prima che in Roma. Quale profonda impressione facesse sugli Italici la conquista del tesoro dell'alfabeto, e quanto vivamente presentissero la potenza latente in quei segni di nessuna appariscenza, lo prova un vaso meraviglioso di un'antichissima tomba di Cere, costruita prima dell'invenzione dell'arco, sul quale è segnato l'antico modulo dell'alfabeto greco nel modo come era pervenuto in Etruria, con a lato un sillabario etrusco paragonabile a quello di Palamede – preziosa e santa reliquia dell'introduzione e del radicarsi della scrittura nell'Etruria.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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