2 Il ballo, il canto e la mimica nel Lazio. L'arte poetica latina è nata, come ogni altra, dalla lirica, o piuttosto dalle primitive manifestazioni di gioia, nelle quali si contessevano indissolubilmente la danza, la musica e la rappresentazione. Si deve por mente, che nei più antichi riti religiosi sempre si riscontrano la danza e i giuochi con spiccata prevalenza sul canto. Nella magnifica processione, con cui si apriva la grande solennità popolare in Roma, intorno alle immagini degli dei ed ai lottatori tenevano il primo luogo i danzatori serii e burleschi; gli uni ordinati in tre gruppi, uomini, giovani e fanciulli, tutti vestiti di rosso, con cinture di rame, brandenti daghe e giavellotti, e gli uomini con l'elmo e con tutto lo sfoggio dell'armatura guerresca; gli altri divisi in due schiere, quella delle pecore con pellicce di montone e sopravvesti screziate, e quella dei capri, nudi fino alla cintura e ammantati di pelli caprine. Cotali erano i «Saltatori», il più antico forse ed il più sacro fra i consorzii sacerdotali di Roma, e i ballerini (ludii, ludiones), che non mancavano mai nelle pubbliche solennità e nemmeno nelle feste funerarie; donde si ritrae che la danza, sin dai tempi antichi, era già un mestiere ordinario. Ma dove intervengono i danzatori seguono di necessità anche i suonatori, ciò che nell'antichità italica voleva dire i suonatori di flauto. Anch'essi non mancavano a nessun sagrificio, e figuravano nelle nozze e nei funerali; e a fianco del vetusto sacerdozio pubblico de' saltatori si trova, egualmente antico, comechè inferiore di gran lunga in grado, il corpo dei suonatori di flauto (collegium tibicinum), del cui vero genere d'arte musicale può darci un'idea l'antico privilegio di girar per le strade il giorno della loro annua festa mascherati ed ebbri di dolce vino anche malgrado i severi principii della polizia romana.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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