Sembra che tanto le laudi come le canzonette burlesche siano state cantate egualmente sul metro saturnio, con accompagnamento di flauto, e probabilmente in modo che la cesura fosse marcata fortemente in ogni linea, e che nelle canzoni a intreccio il secondo cantore ripigliasse il verso. Il verso saturnio è come qualunque altro verso dell'antichità romana e greca di genere quantitativo; ma fra tutti gli antichi metri esso è anche il più imperfetto e il più rozzo, poichè oltre parecchie altre licenze esso tollera anche l'omissione delle brevi e questi versi quasi iambici e trocaici opposti l'uno all'altro, sono pure poco adatti a sviluppare una costruzione ritmica capace di più elevate costruzioni poetiche.
Gli elementi fondamentali della musica popolare e della coreutica117 del Lazio che appunto intorno a questi temi dovettero cominciar a fiorire, scomparvero poi senza lasciar traccia durevole, meno la descrizione che ci vien fatta del flauto latino come d'un istrumento corto e sottile munito di soli quattro buchi, formato originariamente, come lo prova il nome, da un osso leggero della tibia d'un animale.
Che infine le maschere tipiche e di carattere della commedia popolare latina, o delle così dette atellane venute più tardi: Maccus l'arlecchino, Bucco il mangiatore, Pappus il buon babbo, il savio Dossenus – maschere che si possono paragonare assai ai due servitori, al Pantalone e al «dottore» della commedia italiana di Pulcinella – che queste maschere figurassero già nella primitiva commedia popolare dei Latini non lo si può veramente provare; siccome però l'uso delle maschere sul volto per la scena popolare data nel Lazio da antichissimo tempo, mentre la scena greca in Roma adottò le maschere sul volto soltanto un secolo dopo la sua instituzione, e siccome le maschere atellane sono di pretta origine italica, e inoltre non può immaginarsi possibile la produzione e l'esecuzione di commedie improvvisate senza maschere fisse che assegnino una volta per sempre a ciascun attore la sua posizione nella commedia, sarà permesso di far risalire le maschere tipiche ai primordi del teatro romano stesso, o piuttosto di considerarle come i primi elementi di esso.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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