Esse ci si presentano, appunto come gli edifici greci, ora interamente greggie, composte di grandi massi di pietre non lavorate, a cui son frapposte pietre piccole, ora in istrati quadrati orizzontali123, ora in blocchi poligonali incastonati insieme. Dalla scelta dell'uno o dell'altro sistema dipendeva ordinariamente il materiale che vi si impiegava; e per esempio in Roma, ove nei più antichi tempi non si fabbricava se non col tufo, non si trova per tal motivo la costruzione a poligono. È necessario far risalire la somiglianza dei due primi più semplici modi di costruzione all'analogia del materiale di costruzione e dello scopo delle fabbriche; ma difficilmente si potrà considerare come un effetto di coincidenza accidentale anche l'ingegnosa costruzione delle mura a poligono e la porta colla via, che ad essa fa capo, la quale, sempre incurvata alla sinistra, lascia scoperta ed esposta ai difensori la destra degli assalitori; avvedimento tecnico proprio delle fortezze italiche come delle greche. Ed altri importanti accenni abbiamo nel fatto, che soltanto in quella parte d'Italia, la quale non fu soggiogata dagli Elleni, nè esclusa dal commercio con essi, era in uso codesta architettura murale e che la vera architettura murale a poligono in Etruria s'incontra solo in Pirgi e nelle città non molto distanti da Cosa e Saturnia. La costruzione delle mura di Pirgi si può, particolarmente per l'indizio del nome (torri), attribuire ai Greci così sicuramente come si trattasse delle mura di Tirinto, e verosimilmente abbiamo in esse sotto gli occhi uno dei modelli, dal quale gl'Italici impararono la costruzione murale.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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