E finalmente il tempio, che nelle età degli imperatori si chiamava tempio toscano e che era considerato come modellato su uno stile proprio, nel quale si fossero coordinati i diversi generi di architettura dei templi greci, ci appare interamente conforme al tipo greco tanto nel suo assieme, che è uno spazio murato (cella) d'ordinario quadrangolare sul quale sorgono pareti e colonne che sostengono come librato in aria l'acuminato tetto, quanto nei particolari e principalmente nella colonna e nelle proporzioni architettoniche. Dopo tutto ciò è verosimile e credibile che l'architettura italica, prima che gl'Italici fossero in relazione cogli Elleni, si limitasse a capanne di legno, a steccati, a ripari di terra e di sassi, e che la costruzione in muratura vi si introdusse soltanto dietro l'esempio dei Greci e col sussidio dei loro migliori strumenti. Non sapremmo dubitare che gl'Italici solo dai Greci apprendessero l'uso del ferro e da essi imparassero a preparare la malta (cal[e]x da ?????), la macchina (macchina, ??????), la squadra (groma, guasto da ??????, ?????) e l'ingegnosa inferriata (clathri ???????).
Si può quindi appena parlare d'una propria architettura italica a meno che nella costruzione in legno della casa italica di abitazione, oltre ai cambiamenti anche in essa avvenuti per influenza greca, fosse rimasto o si fosse per caso sviluppato alcunchè di proprio e nazionale, e che questo elemento alla sua volta influisse sulla costruzione dei templi italici. Ma lo sviluppo architettonico della casa in Italia è dovuto agli Etruschi.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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