Pare che i capolavori più ragguardevoli siano stati lavorati all'estero. Abbiamo già detto delle statue di terracotta che si suppongono plasmate in Vejo; gli ultimi scavi hanno mostrato che le opere di bronzo lavorate nell'Etruria e portanti inscrizioni etrusche furono in uso, se non in tutto il Lazio, almeno in Preneste; la statua di Diana nel tempio latino-romano della Concordia sull'Aventino, la quale si riteneva per la più antica statua in Roma125, rassomigliava compiutamente alla massaliota dell'Artemisia efesiaca e fu forse lavorata in Elea o in Massalia. Le maestranze dei pentolai, dei battirame e degli orefici esistenti in Roma da antico tempo, sono quasi i soli indizi che provano l'anteriore esistenza d'una indigena scultura e d'una propria arte del disegno; ma non è in alcun modo possibile formarsi un'adeguata idea dello stato in cui l'arte si trovasse.
8 Relazioni e qualità artistiche degli Etruschi e degli Italici. Se noi ci poniamo a cavare un estratto storico da questi archivi delle antiche tradizioni e dalle reliquie dell'arte, giungiamo prima di tutto a veder chiaro che l'arte italica, appunto come il sistema metrico e la scrittura, si è sviluppata interamente sotto gli influssi ellenici. Non vi ha una sola delle arti italiche che non trovi il suo preciso modello nell'antica arte greca, e la leggenda dice perfettamente il vero, quando essa attribuisce la fabbricazione in Italia delle statue di terra dipinta, che sono indubbiamente dell'antico genere d'arte, ai tre artisti greci Eucheir, Diopos e Eugrammos, che è quanto dire: lo scultore, l'ornatista ed il disegnatore; sebbene d'altra parte sia più che dubbio che quest'arte venisse da Corinto e arrivasse dapprima a Tarquinia.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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