6 - Preistoria ellenica di Roma
7 - Stesicoro
8 - Timeo
9 - Giurisprudenza
10 - Lingua
11 - Istruzione
12 - Architettura e plastica
13 - Scultura e disegno
14 - Carattere dell'arte etrusca
15 - Carattere dall'arte latina
16 - L'arte romana
PRIMO CAPITOLO
CAMBIAMENTO DELLA COSTITUZIONE - LIMITAZIONE DI POTERI ALLA MAGISTRATURA SUPREMA
1. Antitesi politiche e sociali in Roma. Il rigoroso concetto dell'unità e della onnipotenza del comune in tutte le pubbliche occorrenze, concetto che forma il cardine di tutte le costituzioni italiche, dava in mano all'unico capo della repubblica, eletto a vita, un'autorità quasi sconfinata, i cui effetti erano certo formidabili sui nemici esterni, ma pesavano non meno duramente sui cittadini. Da ciò gli abusi e gli eccessi a cui seguivano, come effetti inevitabili, gli sforzi per segnare un limite a quel potere. Ma quel che vi ha di mirabile in questi tentativi di riforma e in questi rivolgimenti politici si è, che mai si ebbe in animo nè di limitare il potere dello stato, nè di privarlo del necessario organismo, e che non si tentò mai di far prevalere di fronte al comune i così detti diritti naturali dell'individuo; tutta la tempesta si riversava unicamente contro la forma della rappresentanza comunale. In Roma il grido del partito progressista dal tempo dei Tarquini sino al tempo dei Gracchi non è dunque la limitazione del potere dello stato, ma solo la limitazione del potere dei magistrati, e anche mirando a questo scopo mai non si dimenticò che il popolo non deve governare bensì dev'essere governato.
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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