Appena nominato il dittatore, tutti gli altri uffici perdevano i loro poteri di pieno diritto ed erano intieramente a lui soggetti. La durata in carica del dittatore era invece limitata alla durata in carica del console che lo aveva nominato ed aveva comunque il limite massimo di sei mesi. Il dittatore era tenuto a nominare un mastro della cavalleria, e venendo nominato il dittatore particolarmente quando interne agitazioni o pericoli di guerra rendevano necessaria la chiamata sotto le armi della milizia cittadina, si combinava la nomina del mastro della cavalleria costituzionalmente con quella del dittatore. In generale rimasero adunque i consoli, come lo furono i re, supremi amministratori, giudici e duci; ed anche sotto i rapporti religiosi non era già il re sagrificatore nominato solo perchè rimanesse il nome regio nel rituale, sibbene il console, quegli che orava e sagrificava per la repubblica, ed in suo nome, coll'assistenza degli auguri, esplorava il volere degli dei. Pel caso di necessità si teneva inoltre aperta una via attraverso la quale far rivivere in ogni istante la piena ed illimitata autorità regia, senza interpellare preventivamente il comune, togliendo di mezzo tutte le limitazioni statuite dalla collegialità e tutte le altre particolari restrizioni di potere. Così fu sciolto in modo originale, veramente romano, con acutezza e semplicità, da uomini di stato senza nome, che furono gli autori di questa rivoluzione, il problema di mantenere la regia autorità di diritto e di limitarla di fatto.
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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