Questo fu significativo pel carattere di tutto il movimento. La cacciata dei Tarquini non può dirsi l'opera d'un popolo spinto da passione ed ebbro d'entusiasmo di libertà, come parrebbe leggendo le declamatorie e falsate narrazioni che ne abbiamo, ma fu invece la conseguenza del concorso di due grandi partiti politici, già in lotta fra loro, e chiaramente presaghi di dover continuare in quel conflitto, dei partiti, cioè, della vecchia cittadinanza e dei domiciliati. Questi due partiti, mossi, come i Tories ed i Whigs in Inghilterra nel 1688, dal comune pericolo di aver trasformata la repubblica nel dispotismo d'una sovranità individuale, si unirono momentaneamente e subito dopo tornarono a separarsi. I vecchi cittadini sentivano di non poter liberarsi dalla monarchia senza il concorso dei neo-cittadini, e questi sapevano di non essere allora in grado di strappare ad un tratto il timone della cosa pubblica dalle mani della vecchia cittadinanza. Tali transazioni tra partiti opposti si limitano per necessità a minime concessioni reciproche ottenute a forza di laboriose contrattazioni, e lasciano poi che il tempo decida in qual modo tornino ad equilibrarsi gli elementi costitutivi e come questi vengano a connettersi o ad osteggiarsi. Perciò si corre rischio di non riconoscere l'importanza della prima rivoluzione romana se non si vuol vedere in essa che le immediate innovazioni o, per esempio, solo il cambiamento della durata dell'ufficio del supremo magistrato; anche in questo caso le successive e immediate conseguenze furono senza confronto la cosa principale e di ben maggiore importanza di quel che gli stessi suoi autori immaginassero.
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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Tarquini Tories Whigs Inghilterra
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