Pagina (41/376)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma non si prese nè l'uno nè l'altro partito; la grettezza e la cecità, che sono gli speciali ed inseparabili attributi d'ogni vera aristocrazia, non si smentirono neppure a Roma e lacerarono la potente repubblica con discordie senza costrutto, senza scopo e senza gloria.
      5. Ritiro sul Monte sacro. La prima crisi che dobbiamo studiare, non fu già l'opera del ceto respinto ad una secondaria posizione politica, sibbene quella degli angariati contadini. I rimaneggiati annali fanno succedere la grande rivoluzione politica l'anno 244 = 510, la sociale negli anni 259 = 495 e 260 = 494.
      Benchè di fatto, la prima sommossa sociale abbia dovuto tener dietro assai presto al rivolgimento politico, da cui uscì la repubblica, sembra nondimeno che l'intervallo tra l'uno e l'altro fatto sia stato più lungo.
      La rigida applicazione del diritto dei creditori contro i debitori - come narrano gli annali - suscitò l'irritazione di tutta la classe dei contadini. E quando l'anno 259 = 495 corse il bando per una leva, onde sostenere una guerra difficile, gli uomini iscritti per prendere le armi non risposero all'appello, cosicchè il console Publio Servilio dovette temporaneamente sospendere l'applicazione delle odiose leggi contro i debitori, ordinare che venissero posti in libertà i carcerati per debiti e che non si avesse a procedere ad ulteriori arresti. Allora soltanto i contadini accorsero e presero parte alla guerra ed alla vittoria. Ritornati dalle armi, la pace, ch'essi avevano conquistato col sangue fece loro ritrovare le carceri e le catene.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 376

   





Roma Ritiro Monte Publio Servilio