L'appello del console al tribuno ed il diritto d'intercessione del tribuno contro il console è assolutamente eguale all'appello del console al console e all'intercessione del console contro l'altro; ed entrambi non sono che una applicazione della generica tesi legale, che tra due aventi il medesimo diritto il vietante prevale sull'imperante.
I tribuni hanno in comune con i consoli, sebbene ne fosse stato aumentato il numero, anche l'annua durata della loro carica, che, pei tribuni, scade sempre il dieci di dicembre, e così la temporanea inamovibilità, e appunto dello stesso modo la caratteristica collegialità, che era la pienezza del potere nelle mani di ciascun console e di ciascun tribuno, e che nelle collisioni nel seno del collegio non conta i voti ma fa sempre prevalere il No al Sì - per cui in caso di dissenso il «veto» d'un solo tribuno basta di fronte all'opposizione di tutti gli altri suoi colleghi, e viceversa, quand'egli accusa, ciascuno dei suoi colleghi può mettervi il suo «veto». Tanto i consoli quanto i tribuni hanno una piena e doppia giurisdizione criminale, e a quel modo che i consoli hanno per ciò a loro fianco i due questori, i tribuni hanno i due edili(6).
I consoli sono necessariamente patrizi, i tribuni necessariamente plebei, gli uni e gli altri eletti da tutta la cittadinanza, ma i primi come generali eletti dalle centurie, i secondi, mancando loro l'imperium, nell'assemblea non militare delle curie. Quelli hanno un potere più esteso, questi lo hanno più assoluto, giacchè al loro divieto ed ai loro giudizi è giocoforza che s'arrenda il console, ma alle sentenze consolari non è tenuto d'assoggettarsi il tribuno.
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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