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      Pił tardi, forse nell'anno 259 = 495, il comune romano si era diviso in venti distretti, dei quali i primi quattro comprendevano la cittą e il suo immediato territorio, gli altri sedici la campagna ossia i distretti gentilizi dell'antico agro romano.
      A queste tribł si aggiunse, come ventunesima, la Crustumeria, probabilmente subito, per effetto della legge publilia e per ottenere la necessaria disparitą del complessivo numero dei voti, e d'allora in poi le assemblee parziali della plebe non ebbero pił luogo per curie, ma per tribł.
      In queste sezioni, le quali tutte si fondavano sul possesso fondiario, votavano esclusivamente i proprietari, ma senza differenza di estensione delle proprietą, e cosģ come abitavano insieme nei borghi e villaggi; dunque questa riunione di tribł, che del resto era esteriormente imitata da quella delle curie, era propriamente un'assemblea di ceto medio indipendente: da un lato, infatti, i liberti e i clienti ne erano esclusi, come persone non proprietari, e dall'altro, il grande proprietario non vi era preponderante, come nelle centurie.
      Quest'assemblea della plebe (concilium plebis), non era un'assemblea cittadina generale, nč un'assemblea curiale della plebe, poichč essa non escludeva solo i patrizi, ma anche i plebei non proprietari; tuttavia quella plebe era abbastanza forte per ottenere che la sua deliberazione fosse legalmente pareggiata a quella delle centurie, purchč fosse stata prima approvata da tutto il senato.
      Č certo che questa norma era legalmente stabilita gią prima della promulgazione delle dodici tavole; se fu introdotta in occasione del plebiscito publilio, non si potrebbe ora stabilire.


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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 376

   





Crustumeria