La sua legge fu seppellita con lui, ma il suo spettro, d'allora in poi, affacciavasi incessantemente alla memoria dei ricchi e senza posa sorgeva contro essi, fino a che per le continue lotte la repubblica si sfasciò.
14. I decemviri. Allora fu fatto un altro tentativo per togliere di mezzo il potere tribunizio assicurando al popolo in un modo più legale e più efficace l'eguaglianza di diritto. Il tribuno del popolo Gaio Terentilio Arsa propose (292 = 462) la nomina di una commissione composta di cinque membri per la formazione d'un codice comune, che in avvenire dovesse servire di norma ai consoli nell'esercizio del loro potere giudiziario. Passarono dieci anni prima che si desse esecuzione a questa proposta - anni della più violenta lotta tra le varie classi della repubblica e per soprappiù travagliati da guerre esterne e da disordini interni. Con pertinacia eguale da ambedue le parti, la fazione che governava si opponeva alla sanzione della legge, e il comune nominava sempre gli stessi tribuni.
Si tentò col mezzo di altre concessioni di scongiurare la procella, e l'anno 297 = 457 fu accordato l'aumento dei tribuni da cinque a dieci - concessione, a dir vero, non molto profittevole.
Nell'anno seguente l'Aventino, fino allora boschetto sacro e inabitato, fu, in forza d'un plebiscito icilico, che venne registrato fra i privilegi giurati del comune, diviso tra le classi dei cittadini più poveri per fabbricarvi case di cui essi avrebbero potuto conservare e trasmettere il possesso.
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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Gaio Terentilio Arsa Aventino
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