Da ambe le parti, a quanto pare, era nata la persuasione che le cose non potessero durare in questo modo, e che la continuazione dell'anarchia mettesse in pericolo di perdizione la repubblica senza recare alcun sostanziale vantaggio nč all'uno nč all'altro partito. Gli uomini assennati dovettero riconoscere che l'ingerenza dei tribuni nell'amministrazione pubblica, e la loro attivitā nel sindacare e nell'accusare, riuscivano in tutto perniciose alla repubblica, e che l'unico vantaggio reale recato dal tribunato al popolo era una certa tutela contro la parzialitā dei magistrati giudiziari, dei quali, quasi a modo di una corte di cassazione, frenava l'arbitrio. Certo che allora, quando i plebei chiesero un codice di leggi scritte, fu dai patrizi risposto che in tal caso la protezione tribunizia sarebbe stata superflua; osservazione alla quale pare che ambedue le parti si accomodassero. Non ci vien detto con chiarezza, e forse nemmeno allora fu chiaramente prestabilito, come le cose si sarebbero composte dopo la compilazione del codice; se non che era presumibile l'intenzione che i decemviri, nell'atto di uscire d'ufficio, dovessero proporre al popolo di rinunziare alla tutela tribunizia e di lasciar fare ai consoli, ora che questi non potevano pių giudicare ad arbitrio, ma erano legati dalla legge scritta.
15. Leggi delle dodici tavole. Se questo č proprio stato il disegno degli statisti romani, non se ne potrebbe negare la saviezza; ma resta a vedere se gli animi, tanto acerbamente eccitati da ambe le parti, avrebbero potuto accettare un tal componimento.
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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