Fu in quei giorni trovato morto presso il campo, assassinato, dicevasi, per mandato dei decemviri, l'antico tribuno del popolo Lucio Siccio Dentato, il più valoroso cittadino di Roma, il quale aveva combattuto in centoventi battaglie, e portava sul suo corpo quarantacinque onorevoli cicatrici.
Questo fatto aveva commosso gli animi a sdegno; il quale traboccò in aperta ribellione per l'ingiusta sentenza pronunciata da Appio contro la figlia del centurione Lucio Virginio, fidanzata al già tribuno del popolo Lucio Icilio, sentenza che rapì ai suoi genitori la figlia, e la dichiarò serva e senza diritto, ciò che spinse il padre ad immergere coram populo il pugnale nel petto della propria figlia per toglierla all'inevitabile disonore. Mentre la folla, attonita per l'inaudito caso, stava contemplando il cadavere della bella vergine, il decemviro comandò alle sue guardie di tradurre dinanzi al suo tribunale il padre e lo sposo per rendergli ragione dell'essersi ribellati al suo potere e alla inappellabile sua sentenza. Questo diede il tracollo alla bilancia. Protetti dalla fremente moltitudine, il padre e lo sposo della vergine si sottraggono ai birri del despota e, mentre in Roma il senato trema e vacilla, i due sventurati, accompagnati da gran numero di testimoni dell'orrendo fatto, si mostrano nei due campi. Narrano il caso inaudito; tutti riconoscono l'immenso vuoto lasciato dalla mancanza della protezione tribunizia per la sicurezza del diritto; ed i figli ripetono ciò che avevano fatto i loro padri.
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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