Pagina (71/376)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma essa non lo fece. Una savia resistenza, fondata sulle leggi, riusciva ormai impossibile: ma si poteva ancora tergiversare e cavillare, prolungando il conflitto colle sottigliezze delle formalità, e, come suol dirsi, coi piccoli mezzi. Per quanto una siffatta maniera d'opporsi allo spirito dei tempi fosse poco degna e poco prudente, nondimeno, sotto un certo aspetto, conduceva a risultati molto importanti. Infatti, se questa fu la cagione che protrasse ancora per un secolo le guerre intestine, e che in fine procurò al popolo concessioni che esso non avrebbe potuto ottenere se tutta l'aristocrazia romana fosse rimasta unita e concorde, fu altresì la cagione per cui i nobili, a dispetto delle leggi, si mantennero ancora di fatto, per molte generazioni, alla direzione esclusiva del governo.
      Le armi della resistenza, di cui si valeva il patriziato in questo conflitto, erano tanto varie e molteplici, quanto varie e molteplici le angustie e le difficoltà politiche. Invece di risolvere, una volta per sempre, la questione della ammissione o dell'esclusione dei cittadini, si concedeva ciò che non si poteva negare, ma di volta in volta, per una sola elezione; e così ogni anno si rinfocolava daccapo la lotta per sapere se si dovessero eleggere piuttosto consoli patrizi, o tribuni militari tolti da ambo i ceti; e fra le arti di cui meglio si valeva il patriziato la principale era quella di tirare in lungo le cose e stancare gli avversari.
      5. Divisione della magistratura. Il sommo potere, conservato fino a questi tempi indiviso, venne sminuzzato perchè, moltiplicando i punti di attrito e di resistenza, si potesse ritardare l'inevitabile caduta.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 376

   





Divisione