La disposizione era giusta e savia, ma siccome non venne ad essa dato l'essenziale fondamento, cioè la corrispondente vendita dei beni demaniali a pro' della cassa dello stato, così per sopperire all'aumentato peso del servizio si dovette far ancora troppe volte ricorso alle suaccennate contribuzioni, le quali, benchè non fossero giuridicamente considerate come imposizioni, sebbene come anticipazioni, rovinavano però ugualmente i piccoli propritari.
8. Lega contro la nobiltà. A queste complicazioni, per cui la nobiltà plebea si vedeva tuttavia esclusa dall'eguaglianza dei diritti politici, ed i poveri contadini si trovavano più deboli di fronte alla federazione economica delle classi superiori, non parve difficile di portare rimedio con un compromesso.
A tale effetto i tribuni del popolo Gaio Licinio e Lucio Sestio fecero al comune le seguenti proposte: da un lato stabilire, sopprimendo il tribunato consolare, che uno almeno dei due consoli dovesse essere scelto tra i plebei, e aprire a questi la via ad uno dei tre grandi collegi sacerdotali, a quello dei conservatori degli oracoli (duoviri prima, e poscia decemviri sacris faciundis) da aumentarsi fino a dieci membri; dall'altro lato, quanto all'uso delle terre pubbliche, non permettere ad alcun cittadino di condurre sui pascoli comunali più di cento buoi e di cinquecento pecore, e non lasciare che alcuno pigliasse possesso d'uno spazio di terreno superiore ai cinquecento iugeri sui fondi pubblici destinati all'occupazione; obbligando oltre ciò i possidenti ad assumere fra i loro coltivatori un numero di proletari proporzionato a quello dei servi della gleba; e infine procacciare ai debitori una facilitazione col diffalcare dal capitale gli interessi pagati e con lo stabilire termini fissi per la restituzione.
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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Lega Gaio Licinio Lucio Sestio
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