Solamente verso la fine di questo periodo troviamo anche negli affari amministrativi l'ingerenza dei comizi tributi ragguardevolmente accresciuta, e notiamo che si domandava il loro avviso anche in occasione di trattati di pace e di alleanza; è verosimile che ciò si riferisca alla legge ortensia del 467 = 287.
18. Decrescente importanza dei cittadini. Del resto, malgrado simile allargamento nella competenza dei comizi, l'influenza pratica di queste assemblee sugli affari dello stato cominciò anzi a scemare sullo scorcio di quest'epoca. L'estensione dei confini romani sottrasse alle primitive assemblee il naturale loro elemento. Un'adunanza degli abitanti del comune poteva agevolmente raccogliersi in numero completo e sapere assai bene ciò che volesse anche senza discussione; ma i cittadini romani vennero intorno a questi tempi a formare meglio uno stato che un comune.
Certo, in casi straordinari poteva manifestarsi nella votazione uno spirito vigoroso ed indipendente: ma nei casi ordinari i comizi, tanto pel loro modo di composizione quanto per il modo di procedere alle votazioni, dipendevano in parte dall'individualità del presidente e dal caso, in parte erano abbandonati nelle mani dei cittadini domiciliati a Roma.
È perciò chiarissimo, che le assemblee dei cittadini, che nei primi due secoli della repubblica ebbero una grande e pratica importanza, vennero a poco a poco diventando un mero strumento in mano del presidente, e senza dubbio uno strumento molto pericoloso, perchè molti erano i magistrati che potevano ottenere la presidenza e perchè ogni risoluzione del comune era considerata come l'espressione legale del volere del popolo in ultima istanza.
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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Roma
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