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      Del resto pare che in quel tempo non si attribuisse ancora molta importanza all'ampliazione dei diritti costituzionali dei cittadini, essendo essi di fatto incapacissimi di avere una propria volontà ed una propria azione e non essendo ancora sorta in Roma una vera demagogia, la quale, se fosse esistita fin d'allora, si sarebbe provata non ad ampliare i diritti dei cittadini, ma a trascinare le discussioni politiche dinanzi ai comizi; mentre invece, per tutto questo periodo, si rimase fermi alle antiche norme, per le quali soltanto il magistrato aveva il diritto di apporre il veto a qualsiasi dibattimento ed emendamento. È perciò che questo disordine introdotto nella costituzione non apparve sulle prime malefico; perchè gli antichi comizi si tenevano sostanzialmente lontani da ogni ingerenza amministrativa e restavano passivi, non immischiandosi quasi mai nel governo, neppure con sollecitazioni o censure.
      19. Magistratura e divisione dei consolati. La limitazione del potere della suprema magistratura non fu proprio la materia delle contestazioni tra i nuovi e i vecchi cittadini, ma ne fu però una delle principali conseguenze.
      All'inizio della lotta di classe, e più propriamente quando cominciò il conflitto per l'ammissione dei nuovi cittadini al più alto grado del potere, il consolato sostanzialmente era ancora l'unica ed indivisibile potestà regale, e al console spettava, come in antico al re, la nomina di tutti gli impiegati subalterni. Ma quando la lotta era già presso al termine, noi troviamo che le più importanti attribuzioni, come l'amministrazione della giustizia, la giurisdizione sulle strade, le elezioni dei senatori e dei cavalieri, il censimento, il maneggio dell'erario pubblico, erano state staccate dal consolato ed erano passate a funzionari che venivano nominati dai comizi, come lo stesso console, e che erano considerati piuttosto vicini al console, che da lui dipendenti.


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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 376

   





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