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      Il numero di questi senatori provenienti dalle magistrature era senza dubbio di gran lunga insufficiente a mantenere il senato nel numero normale di trecento, e non lo si poteva lasciare incompleto, particolarmente per la circostanza che la lista dei senatori era nello stesso tempo la lista dei giurati.
      Rimaneva quindi ancora un vasto campo di azione al diritto elettorale censorio: questi senatori (Senatores pedarii) scelti per elezione censoria, e non già per aver rivestito una carica, - i quali erano spesso cittadini, che avevano coperto un posto comunale non curule, e che si erano segnalati per valore personale, che avevano ucciso un nemico in battaglia, o salvata la vita ad un cittadino - prendevano parte bensì alla votazione, ma non ai dibattimenti.
      Il nerbo del senato adunque, e quella parte di esso in cui si concentrava il governo e l'amministrazione, non si appoggiava più, dopo la legge ovinia, sull'arbitraria designazione d'un magistrato, ma indirettamente sull'elezione e sul suffragio popolare; e se il comune di Roma non era su questa via pervenuto veramente alla grande istituzione dei nostri tempi, al governo popolare rappresentativo, le si era però approssimato: giacchè la totalità dei senatori, che non parlavano, offriva una massa compatta di membri capaci ed autorizzati a giudicare, ma silenziosi; cosa tanto necessaria quanto difficile ad ottenersi nelle assemblee cui è affidato il regime dello stato.
      23. Competenza del senato. La competenza del senato rimase, rispetto alla sua forma, quasi la stessa.


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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 376

   





Senatores Roma