Così ci dipingono gli antichi questa nazione, sulla cui origine non abbiamo che congetture. Usciti dallo stesso alveo, donde vennero le popolazioni elleniche, italiche e germaniche(15) i Celti, provenienti anch'essi dalla madre patria orientale, sono senza dubbio penetrati in Europa, ove fin dalle età più antiche giunsero al mare d'occidente, presero dimora principalmente nella Francia d'oggidì, si spostarono verso il settentrione nelle isole britanniche, varcarono verso mezzodì i Pirenei combattendo colle popolazioni iberiche pel possesso della penisola.
Ma la loro prima grande migrazione aveva dilagato girando lungo le pendici settentrionali dell'Alpi, e solo dalle regioni occidentali cominciarono essi ad effettuare in masse più ridotte e con direzione opposta quelle calate, che li condussero oltre l'Alpi e oltre l'Emo, e persino attraverso il Bosforo, per cui divennero lo spavento di tutte le nazioni civili dell'antichità e tali rimasero per molti secoli, finchè le vittorie di Cesare e la difesa delle frontiere organizzata da Augusto non ruppero le loro forze.
La leggenda patria sulle emigrazioni, di cui andiamo debitori particolarmente a Livio, narra in questa forma le invasioni repressive, che avvennero poi(16). La federazione gallica, alla cui testa si trovava già a quei tempi, come più tardi ai tempi di Cesare, il paese dei Biturigi (intorno a Bourges) regnando il re Ambiato, avrebbe mandati fuori due grandi sciami d'armati, capitanati da due nipoti del re. L'orda capitana di Sigoveso, passato il Reno, si sarebbe inoltrata nella Selva Nera.
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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