In questo momento i Celti ebbero avviso d'un'invasione fatta dai Veneti nel paese dei Senoni, posto sul Po, che essi avevano conquistato, e ciò li decise ad accettare l'offerto prezzo di riscatto per la loro ritirata.
Il modo derisorio, con cui fu gettato sulla bilancia il brando gallico, affinchè esso pure fosse contrappesato dall'oro romano, indicava chiaramente lo stato delle cose.
Il ferro dei barbari aveva vinto, ma la vittoria venduta perdette ogni frutto.
La terribile catastrofe della sconfitta e dell'incendio, il 18 luglio, ed il fiumicello Allia, il luogo ove furono sotterrate le cose sacre e quello ove fu reso vano il tentativo della sorpresa - tutte le particolarità di questo inaudito avvenimento passarono dalla mente dei contemporanei nella fantasia dei posteri, e noi possiamo a stento renderci ragione, che siano effettivamente già trascorsi duemila anni dacchè le memorabili oche si dimostrarono più vigili delle sentinelle.
Con tutto ciò, per quanto a Roma si ordinasse che, verificandosi altre invasioni di Celti, non dovesse aver forza alcuno dei privilegi legali che esentavano dal servizio militare; per quanto si adottasse il sistema di contare gli anni secondo l'era nuova dall'espugnazione della città; per quanto questo avvenimento risuonasse in tutto il mondo civile di quell'epoca e avesse trovato posto perfino negli annali greci, la battaglia sull'Allia, con le rovine che la seguirono, non merita di essere registrata particolarmente come un avvenimento storico di grave conseguenza.
| |
Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
|
|
Celti Veneti Senoni Allia Roma Celti Allia
|