Ma questi racconti non ci forniscono il menomo schiarimento sul punto principale, cioè sulle relazioni legali della nuova repubblica romana colla confederazione latina, e tutto quello che ne sappiamo ci è pervenuto senza determinazione di tempo e lo possiamo qui accennare solo con approssimativa verosimiglianza.
È nella natura del primato politico di mutarsi a poco a poco in signoria solo per l'intima gravitazione dei fatti, e l'egemonia di Roma sul Lazio non fa eccezione.
Quest'egemonia fu sulle prime fondata in una perfetta parità di diritto tra lo stato romano da un lato e la confederazione latina dall'altro; ma questa parità di diritto non poteva sempre, e particolarmente nella condotta della guerra e nell'ordinamento de' paesi conquistati, essere applicata rigorosamente senza distruggere di fatto l'egemonia.
In base all'originaria costituzione federale non solo veniva, secondo ogni verosimiglianza, garantito tanto a Roma quanto al Lazio il diritto di dichiarare la guerra e di conchiudere trattati con paesi esteri, che è come dire, la principale indipendenza dello stato, ma nel caso d'una guerra federale, tanto Roma quanto il Lazio fornivano un eguale contingente, d'ordinario ciascuno un esercito di due legioni, ossia di 8400 uomini(18), ma il comando supremo lo assumeva il generale romano, il quale di propria scelta eleggeva poi i comandanti superiori in ragione di sei condottieri (tribuni militum) per ciascuna delle quattro divisioni dell'esercito. Nel caso di vittoria si divideva in parti eguali tra Roma e la confederazione il bottino mobile e il paese conquistato, e, se era necessario costruirvi fortezze o stabilirvi colonie, non solo le popolazioni di ciascuna colonia ed i presidii di ciascuna fortezza venivano composti promiscuamente di coloni romani e di coloni federali, ma il comune di nuova fondazione veniva accolto come stato federale sovrano nella lega latina e gli si accordava di sedere e di prender la parola nella dieta latina.
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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