Noi non ci attarderemo a narrare in queste pagine le guerre che ogni anno si rinnovavano tra questi due popoli, raccontate nella cronaca romana in modo da non distinguere la più insignificante scorreria dalla guerra devastatrice, ed il cui nesso storico è completamente trascurato; ci limiteremo ad accennare i durevoli successi. È agevole rilevare dallo studio dei fatti, quanto ai Romani ed ai Latini stesse a cuore di separare prima di ogni altra cosa gli Equi dai Volsci e di assicurarsi le vie di comunicazione. In questa contrada i Latini fecero i primi passi fuori del loro confine e fondarono le più antiche piazze forti federali, le così dette colonie latine, Velitrae, nella pianura sotto i monti albani, probabilmente nel 260 = 294, Suessa nella pianura pontinia, Norba sui monti (si suppone nel 262 = 492) e Signia rinforzata nel 259 = 495, tutte situate nei punti di comunicazione tra i paesi degli Equi e dei Volsci(24).
E ancora più compiutamente fu raggiunto lo scopo coll'accesso degli Ernici nella lega dei Latini e dei Romani (268 = 486), per la quale i Volsci rimasero interamente isolati e la lega si procurò così un baluardo contro le genti sabelliche che occuparono le terre verso mezzogiorno e verso oriente: non è difficile comprendere la causa per cui, a questo piccolo popolo, si accordasse piena parità cogli altri due, sia nel consiglio, sia nella spartizione del bottino. Da quel tempo i deboli Equi non offrivano alcun pericolo, e bastava, di tanto in tanto, di far contro di loro una scorreria e a metterne a sacco il territorio.
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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