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      Con maggiore energia resistettero i Volsci, il cui paese fu conquistato lentamente col mezzo di castelli, attorno ai quali, a mano a mano che si andava guadagnando terreno, sorsero città. A Velletri tennero dietro Suessa Pomezia, Ardea (312 = 442) e, cosa di non poca meraviglia, l'estrema Circei (fondata o per lo meno fortificata nel 311 = 443), di modo che, fino a tanto che durarono in libertà Anzio e Terracina, le comunicazioni con la più meridionale fortezza latina non avranno potuto essere mantenute che per mare.
      Si erano fatti parecchi tentativi per occupare Anzio e vi si riuscì nel 287 = 467; ma nell'anno 295 = 459 la città ricuperò di nuovo la sua libertà, e non fu che dopo l'incendio dei Galli e dopo una guerra accanita di tredici anni (dal 365 = 389 al 377 = 377) che i Romani riuscirono a conquistarla unitamente al territorio pontino, il quale colla fondazione delle piazze forti di Satricum, poco distante da Anzio (369 = 385) e di Setia (371 = 383) fortificata nel 375 = 379 fu assicurato e, nell'anno 371 e seguenti, diviso in lotti agrari e distretti cittadini.
      Da quel tempo in poi i Volsci si sono ribellati ancora qualche volta, ma non hanno mai più potuto sostenere una guerra contro Roma.
      5. Crisi interna della lega romano-latina. Ma quanto più erano decisivi i successi che si riportavano dalla lega dei Romani, dei Latini e degli Ernici contro gli Etruschi, i Sabini, gli Equi ed i Volsci, tanto più riusciva difficile conservare la concordia tra i federati. Le cagioni dei dissensi si debbono ricercare parte nella già notata preponderanza di Roma, che veniva crescendo per forza di interna necessità, ma che per questo non cessava di riuscire gravosa al Lazio; parte in alcune odiose intemperanze a cui si lasciava andare la città egemonica.


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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 376

   





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