Invano accorsero i Sanniti in aiuto dei Lucani; Alessandro sconfisse presso Pesto (Paestum) i loro eserciti uniti, vinse i Dauni a Siponto (Sipontum), i Messapi al sud-est della penisola; e così resosi padrone dall'uno all'altro mare era in procinto di stendere la mano ai Romani per attaccare di concerto con essi i Sanniti nelle loro sedi originarie.
Ma questi successi, più fortunati di quello che si era preveduto, preoccuparono i Tarentini, per cui si venne alle mani tra la sospettosa repubblica ed il suo capitano, che, venuto in Italia al soldo dei Tarentini, minacciava di voler fondare un regno ellenico in occidente, come suo nipote già maturava il pensiero di fondare un regno greco in oriente.
Alessandro ebbe sulle prime propizia la fortuna; egli tolse Eraclea ai Tarentini, restaurò Turio (Thurii) e pare che avesse invitato con un proclama tutti gli altri Greci italici a mettersi sotto la sua protezione contro i Tarentini, e nello stesso tempo si sforzasse di metter pace tra i Greci e le popolazioni sabelliche.
Ma i grandiosi suoi piani trovarono poco appoggio presso i degeneri e disanimati Greci, e il cambiamento di parte impostogli dalla necessità, alienò da lui parte di quei Lucani che fino allora gli era stata favorevole. Egli cadde presso Pandosia per mano d'un esule lucano (422 = 332)(30).
Colla sua morte le cose tornarono poco meno che nell'antico stato.
Le città greche si videro di nuovo smembrate e ridotte al punto di proteggersi dai nemici col mezzo di trattati, di tributi, o coll'aiuto straniero; così ad esempio Crotone nel 430 = 324 respinse i Bruzi coll'aiuto venutole da Siracusa.
| |
Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
|
|
Sanniti Lucani Alessandro Pesto Paestum Dauni Siponto Sipontum Messapi Romani Sanniti Tarentini Italia Tarentini Eraclea Tarentini Turio Thurii Greci Tarentini Greci Greci Lucani Pandosia Crotone Bruzi Siracusa
|