Le genti sannitiche ebbero di nuovo il primato, e, non avendo da temere i Greci, poterono rivolgere i loro pensieri alla Campania ed al Lazio.
Ma in questo breve tempo si era verificato un mutamento notevolissimo. La confederazione latina era spezzata, e fiaccata l'ultima resistenza dei Volsci, la più bella parte della penisola, il paese dei Campani, si trovava in possesso incontrastato e saldo dei Romani, e così la seconda città d'Italia posta sotto la clientela romana.
Mentre i Greci e i Sanniti si azzuffavano, Roma si era quasi senza contrasto elevata a tale solida potenza, che nessuno dei popoli della penisola aveva di per sè la forza di scrollarla. Tutti erano ormai minacciati dal pericolo di cadere sotto il giogo dei Romani e solo uno sforzo comune poteva forse ancora spezzare le catene prima che si ribadissero.
Ma la chiaroveggenza, il coraggio, la rassegnazione necessari per formare e mantenere una simile coalizione composta di tanti comuni popolari e urbani, sino allora per la massima parte nemici e stranieri gli uni agli altri, non si poterono trovare nello stesso tempo, o si trovarono solo quando era già troppo tardi.
2. Coalizione degli italici contro Roma. Da quando si era sfasciata la potenza degli Etruschi, e s'erano indebolite le repubbliche italo-greche, la confederazione sannitica era, senza dubbio, dopo Roma, la più ragguardevole potenza in Italia e nello stesso tempo quella che prima e più immediatamente delle altre era minacciata dalle usurpazioni romane.
Ad essa toccava dunque il primo posto ed il maggior peso nella guerra per la libertà e per la nazionalità che gli Italici dovevano intraprendere contro Roma.
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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