La storia deve rendere al generoso popolo sannito la testimonianza che esso ha avuto la coscienza del proprio dovere e che lo ha pienamente compiuto.
Già da parecchi anni tra il Sannio e Roma nascevano tratto tratto contese per i continui soprusi che i Romani si permettevano sul Liri, tra i quali l'ultimo e quello di maggior momento fu la fondazione di Fregellae (426 = 328). Nondimeno furono i Greci stabiliti nella Campania quelli che fornirono l'occasione per venire alle mani.
La città di Neapoli che dominava anche le isole greche nel golfo dopo che Cuma e Capua erano diventate romane, era il solo comune entro il territorio greco non ancora soggiogato e nulla più premeva ai Romani della sua sottomissione.
Informati i Tarentini ed i Sanniti del progetto dei Romani d'impadronirsi di questa città, decisero di prevenirli; e se in grazia della loro lontananza e della loro lentezza i Tarentini non furono pronti ad eseguire tale risoluzione, i Sanniti non ristettero dal mettervi piede stabilendovi un forte presidio.
I Romani dichiararono tosto la guerra: di nome ai Neapoliti, di fatto però ai Sanniti (427 = 327) e assediarono Neapoli.
Da qualche tempo i Greci della Campania mal si rassegnavano a tollerare il turbamento de' commerci e l'occupazione straniera; ed i Romani, che in ogni modo si adopravano per allontanare, conducendo pratiche separate, gli stati di secondo e di terz'ordine della lega che naturalmente andava preparandosi con gran premura, appena i Greci si mostrarono inclini alle trattative, offrirono loro le più vantaggiose condizioni: piena eguaglianza di diritto, esenzione della milizia di terra, federazione sul piede di eguaglianza e pace perpetua.
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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