I generosi Sanniti rispettarono persino gli ostaggi, cui secondo la legge marziale doveva darsi morte, e volsero tosto i loro pensieri alle armi. Si impossessarono di Luceria, e presero d'assalto Fregellae (434 = 320) prima che i Romani avessero riordinato l'esercito venuto poco meno che allo scioglimento. Quello ch'essi avrebbero potuto ottenere, se non avessero lasciato passare il momento propizio, ce lo prova il passaggio dei Satricani(31) alla parte dei Sanniti. Ma le forze di Roma non erano scemate, ma soltanto momentaneamente paralizzate. La vergogna e il disdegno aggiungevano stimoli alla virtù e Roma raccoglieva tutte le sue forze, e alla testa del nuovo esercito, qual supremo capitano, poneva Lucio Papirio Cursore, soldato non meno che condottiero di sperimentato valore.
L'esercito fu diviso: una metà si volse alla volta di Luceria per la Sabina e il litorale adriatico; l'altra metà attraversò il Sannio per riuscire alla stessa città, e, secondato da felici combattimenti, respingeva dinanzi a sè l'esercito sannitico. I due eserciti si ricongiunsero sotto le mura di Luceria, il cui assedio fu condotto col massimo rigore perchè nella città si trovavano prigionieri i cavalieri romani. I Pugliesi, e più particolarmente gli Arpani prestarono ai Romani un importante aiuto, segnatamente col trasporto dei viveri.
I Sanniti, per liberare Luceria dall'assedio, arrischiarono una battaglia e la perdettero; dopo di che la città si arrese ai Romani (435 = 319). Papirio ebbe la doppia consolazione di liberare gli ostaggi già creduti immolati e di rendere alla guarnigione sannitica di Luceria la pariglia delle forche caudine.
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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