Il fatto che degli Ernici, almeno Anagni abbia preso parte nell'ultimo periodo alla guerra sannitica, offrì il desiderato pretesto per sciogliere gli antichi patti della lega.
La sorte toccata ad Anagni ed agli altri piccoli comuni ernici, i quali avevano preso parte agli ultimi sforzi della guerra sannitica, fu naturalmente di gran lunga più dura di quella, che una generazione prima, in uguali circostanze, era toccata ai comuni latini. Tutte queste città perdettero l'autonomia e dovettero accontentarsi dei diritti passivi della cittadinanza romana; su una parte del loro territorio posto sull'alto Trero (Sacco) fu inoltre stabilita una nuova tribù cittadina e contemporaneamente un'altra sull'Aniene inferiore (455 = 299).
Rincresceva soltanto che anche i tre più ragguardevoli comuni dopo Anagni, cioè Aletrium, Verulae e Ferentino non si fossero essi pure staccati; poichè avendo essi cortesemente declinata l'offerta di entrare spontaneamente nei vincoli della cittadinanza romana e non trovando alcun pretesto per costringerveli, fu giocoforza lasciar loro non solo l'autonomia, ma anche il diritto federativo e quello di comunanza di matrimoni, e così conservare ancora un'ombra dell'antica lega ernica.
In quella parte del paese dei Volsci, posseduta fino allora dai Sanniti, non si era costretti a simili riguardi. Qui Arpino era stata soggiogata, Frusino ridotta d'un terzo del suo contado, e sull'alto Liri, non lungi da Fregellae, la città volsca di Sora, la quale già prima aveva ricevuto presidio romano, fu trasformata in piazza forte latina, e munita di una legione di 4000 uomini.
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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